Cari putinisti all’amatriciana, non offendete la Resistenza
Sostiene Tomaso Montanari, storico (sigh) dell’arte sul Fatto Quotidiano: “È tutta qua la menzogna del confronto con la Resistenza italiana contro i nazifascisti tra il 1943 e il 1945: allora c’era un concreta prospettiva di vittoria, non un vano massacro. I partigiani combattevano contro un nemico che si stava ritirando (non avanzando, come oggi in Ucraina) perché incalzato dagli Alleati, nel cuore di un conflitto mondiale. Oggi gli Alleati non arriveranno: perché Putin — a differenza di Hitler — l’atomica ce l’ha.”
Con questa teoria (sigh), Montanari distrugge in poche righe la memoria della Resistenza. Tre cose, infatti, finisce per dirci.
- Se non ci fossero stati gli anglo-americani, i partigiani avrebbero fatto bene a starsene a casa invece di dare la vita per la nostra libertà.
- Il corollario è che le ritorsioni e le stragi sui civili dei nazisti, in risposta ai raid dei partigiani, erano colpa dei partigiani stessi, come sostenuto dai fascisti. Avrebbero dovuto fare i bravi mentre aspettavano lo zio Sam.
- Se Hitler avesse fatto in tempo a dotarsi dell’atomica, ci saremmo dovuti rassegnare a vivere sotto il nazi-fascismo. Ciao ciao Bella ciao.
E tutto questo senza neanche considerare il curioso teorema (sigh) per cui è lecito combattere contro un invasore che si ritira, ma non contro un invasore che ti aggredisce.
L’ossessione di spostarti più a sinistra di tutti ti fa spesso sbucare all’estrema destra.