Per un Pd ad attrazione maggioritaria
D’accordo, le amministrative non sono elezioni politiche. Ma alcuni dati emergono lo stesso. Nel centrodestra, il sorpasso di Fratelli d’Italia ai danni della Lega esce dai sondaggi e cala sui territori. Nel campo largo, i 5 Stelle — pur in un contesto elettorale che storicamente non li avvantaggia — passano dallo stato liquido a quello gassoso. E il Pd è l’unico partito ad attrazione maggioritaria, perno di qualsivoglia alleanza civica, progressista e riformista in grado di vincere le elezioni e di governare con un programma chiaro.
L’anno prossimo si vota e di fronte a noi abbiamo due possibili scelte. La prima è dissanguarci in una discussione infinita su come tenere insieme tutto il possibile, per semplificare da Conte a Calenda. Oppure — peggio ancora — tornare a spaccare il Pd tra chi preferisce Conte e Speranza a Calenda e Renzi, o viceversa. Mediaticamente è una scelta che paga, piace ai giornali, alle tv e agli espertissimi di politica. Ma, fuori dal circoletto, le persone non sono interessate alle alchimie elettorali, drammaticamente il loro pensiero è la vita reale.
Anche se la legge elettorale ti forza a fare alleanze, non possono essere quelle alleanze a spiegare chi sei, casomai deve valere il viceversa. Non ha quindi senso parlare solo di quelle, dividerci solo su quelle. Ora non ci serve né un congresso permanente sulle alleanze preferite da ognuno, né un Pd che si fa partito-colla, nascondendo la propria identità per tenere tutti insieme. Serve un partito-magnete, che metta al centro le proprie proposte per attrarre tutti gli altri. Serve, per l’appunto, un partito “ad attrazione maggioritaria”.
Questa seconda scelta è faticosa, impegnativa nell’ascolto e nella comprensione del Paese. Irriducibile a uno slogan, meno che mai a un hashtag, figuriamoci a un balletto su TikTok. Ma è l’unica che può ricostruire una connessione emotiva, soprattutto con chi non vota più. Per fortuna non partiamo da zero. Sono mesi che avanziamo proposte su salari, costo della vita, emancipazione giovanile, diritti, reali e pari opportunità per tuttǝ. Detto con il massimo rispetto, non esiste un altro soggetto politico così pronto alle elezioni come il Pd.
Propongo allora una moratoria. Fino a Natale, quando saremo tutti più buoni, smettiamola di parlare di alleanze, campi larghi e fronti riformisti. Chiudiamo il percorso delle nostre Agorà democratiche con poche proposte chiare su lavoro, sviluppo, cittadinanza, Europa, emancipazione giovanile e protagonismo di genere. Dopodiché, il campo largo, l’alleanza progressista e riformista contro le destre (o come la volete chiamare), nascerà de facto sulle idee. Elettori ed elettrici sono più maturi delle discussioni in cui spesso ci arrovelliamo. Rispettiamoli di più. Con fiducia e con coraggio. Perché dare fiducia è la scelta più coraggiosa che si possa fare, in politica come nella vita.